In occasione del ventesimo anniversario della presentazione sul mercato della Peugeot 307, avvenuto al salone di Ginevra del 2001, Passione Peugeot Auto Club Italia ritorna alle origini, celebrando il modello in onore del quale il sodalizio è stato creato.
Si era infatti nella primavera del 2002 quando un gruppo tra i primi possessori della vettura creò un forum internet dedicato ove potersi ritrovare a parlare delle (molte) gioie e di (alcuni) dolori derivanti dal nuovo acquisto. Come raccontato maggiormente in dettaglio nella nostra storia, quel piccolo forum con gli anni è cresciuto e si è evoluto fino a diventare il Club che è oggi: una realtà molto più vasta, il centro italiano di riferimento degli appassionati dell’intero Marchio del Leone.
Se le pedane del Salone ginevrino, in quel marzo di tanti anni fa, non avessero ospitato la 307 nulla di quello che adesso è il Club sarebbe mai nato; per questo oggi, con grande affetto e una punta di commozione, dedichiamo questa pagina alla vettura “nostra progenitrice”, tributandole il titolo di “auto simbolo” del Club.
Storia della PEUGEOT 307
Vettura dalle linee definite rivoluzionarie, la 307 fu presentata al pubblico nel 2001. A differenza della 306 si propose privilegiando il comfort interno e la praticità, piuttosto che il design e la sportività. Infatti, rispetto alla progenitrice, era sviluppata maggiormente in altezza, orientandosi addirittura verso un corpo vettura di tipo monovolume. Il frontale, riprendendo e “pantografando” in grande le linee “feline” della più piccola 206 presentata tre anni prima, era caratterizzato da un disegno estremamente aerodinamico sottolineato dai fari “a goccia” sfuggenti verso i lati e dalla calandra di disegno minimale; il parabrezza, infine, era molto ampio e inclinato per dare luminosità all’abitacolo. Semplice ed armoniosa la fiancata, con la linea di cintura alta; la coda, dall’andamento abbastanza verticale, era caratterizzata dai gruppi ottici di forma romboidale.
Nell’abitacolo, molto spazioso, spiccava l’elevata qualità costruttiva, visibile nell’impeccabile assemblaggio. Plancia e cruscotto, moderni ma estremamente lineari, presentavano una consolle centrale sopra la quale era sistemato un display che oltre a fungere da computer di bordo forniva indicazioni relative all’impianto audio ed alla temperatura esterna. Negli allestimenti dotati di climatizzatore automatico, un secondo schermo digitale era presente nella zona inferiore della consolle. Il cruscotto, sovrastato dalla classica “palpebra”, comprendeva tachimetro, contagiri, temperatura dell’acqua e livello carburante. La capienza del bagagliaio, dai 341 litri in configurazione normale, poteva passare a 1328 litri abbattendo lo schienale posteriore, che tra l’altro era frazionabile e consentiva quindi una modularità dello spazio interno.
La 307 venne sviluppata sul pianale della 306 opportunamente rivisto e modificato. Lo schema delle sospensioni prevedeva un avantreno di tipo MacPherson ed un retrotreno a ruote interconnesse, come nella 306, ma con aggiornamenti volti a privilegiare il comfort di marcia a scapito della sportività. Così, per esempio, le sospensioni posteriori montavano bracci longitudinali saldati, in luogo di quelli tirati del modello precedente. Ciò rendeva meno “nervoso” il comportamento della vettura a tutto vantaggio di una migliore stabilità. Lo sterzo era sempre a cremagliera, ma disponeva di un nuovo e più moderno servosterzo elettroidraulico in grado di variare la sua incidenza in funzione della velocità della vettura. L’impianto frenante era interamente a dischi: quelli anteriori anche autoventilanti. Il tutto era integrato e coadiuvato dai dispositivi elettronici più moderni esistenti all’epoca, come l’ABS a 4 sensori, l’assistenza alla frenata di emergenza ed il ripartitore elettronico di frenata.
Al debutto, la 307 venne proposta con carrozzeria a 3 e a 5 porte, in una numerosa gamma di motorizzazioni, sia a benzina che a gasolio, tutte Euro 3:
- 1.4: monoalbero da 1360 cm³ e da 75 CV;
- 1.6 16v: bialbero da 1587 cm³ e da 110 CV;
- 2.0 16v: bialbero da 1997 cm³ e da 136 CV;
- 1.4 HDi: turbodiesel common rail da 1398 cm³ e 68 CV;
- 2.0 HDi: turbodiesel common rail da 1997 cm³ e 90 CV.
Tutte le motorizzazioni erano accoppiate a un cambio manuale a 5 marce ma, a richiesta in abbinamento ai motori 1.6 e 2.0 a benzina, era disponibile anche un cambio automatico a 4 rapporti.
La commercializzazione della 307 partì nella prima metà del 2001 con quattro allestimenti (XR, XS, XT e XSI) I buoni risultati di vendita iniziali gettarono le basi per l’allargamento della gamma: già entro la fine del 2001 venne proposta anche una motorizzazione 2.0 HDi da 107 CV (disponibile negli allestimenti XS, XSI e XT) e nella primavera dell’anno seguente fu posta in commercio la versione familiare, realizzata sul pianale allungato di 10 cm nel passo e proposta in due varianti di allestimento crescente: la Station, più semplificata e disponibile con tutte le motorizzazioni della versione berlina, e la SW, dall’allestimento più ricco e disponibile anche in versione 7 posti in abbinamento con tutti i motori tranne i 1.4 a benzina e gasolio.
Queste premesse consentirono alla 307 di vincere nel 2002 il titolo di Auto dell’anno.
Nella seconda metà del 2003, sulla scia di quanto avvenuto con la 206 tre anni prima, fu presentata la versione CC (coupé-cabriolet), una decappottabile con tetto in lamiera e quattro posti, dal cui corpo vettura fu derivata la versione utilizzata nel Campionato Mondiale Rally, in sostituzione della 206 WRC. La vettura fu commercializzata in Italia nel gennaio del 2004 con i due motori benzina 1.6 e 2.0 e un nuovo 2.0 sempre benzina bialbero ma con potenza portata a 177 CV. Poco dopo, la gamma motori della 307 si ampliò con l’arrivo di due nuovi propulsori turbodiesel common rail, entrambi Euro 4: un 1.6 da 90 oppure 107 CV (che sostituiva i vecchi 2.0) e un 2 litri bialbero da 136 CV, che sarà l’unico nella gamma a montare un cambio manuale a 6 marce; tale motore venne riservato alla versione top di gamma denominata Speed’up (sia berlina che familiare), all’inizio pensata come versione a tiratura limitata in 5000 esemplari e poi divenuta di serie a tutti gli effetti, dato l’ottimo risultato di vendite conseguito.
Nel settembre del 2005 tutte le 307 subirono il rituale restyling di mezza età: piuttosto marcato all’esterno soprattutto nella zona del frontale, prevedeva gruppi ottici ridisegnati e una calandra assai più grande, dotata di una coppia di protuberanze para-urti e di nuovi fendinebbia circolari. Anche la dotazione si arricchì: tra gli altri optional furono disponibili il kit vivavoce bluetooth ed il climatizzatore automatico bi-zona.
Meccanicamente, le novità salienti furono:
- l’uscita di produzione del 1.4 HDi
- l’incremento di potenza del 2 litri turbodiesel portato da 136 a 140 CV ed esteso anche alle versioni CC;
- l’estensione anche alle versioni berlina del 2 litri benzina da 177 CV prima riservato solo alle CC.
Con la gamma così configurata, la 307 arrivò fino a fine carriera, nel settembre del 2007, quando venne lanciata la 308, sua erede. Le versioni berlina 3 porte e le station wagon vennero rimpiazzate dalle corrispondenti versioni della 308 più tardi, nella primavera del 2008, mentre la CC fu l’ultima versione a rimanere in listino, uscendo di produzione a partire dalla primavera del 2009 per fare posto alla nuova 308 CC.