La storia di Peugeot è una saga che si intreccia con l’industria e l’innovazione per oltre due secoli. Fondata nel 1810 a Sochaux, in Francia, dai fratelli Jean-Pierre e Jean-Frédéric Peugeot, l’azienda iniziò la sua attività come fabbrica per la laminazione dell’acciaio, per poi diversificarsi nella produzione di una vasta gamma di articoli in metallo, inclusi utensili e biciclette. Assunse la denominazione “Peugeot Frères” nel 1847. La trasformazione in casa automobilistica avvenne gradualmente a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, segnando l’inizio di una nuova era.
Le origini industriali (1810-1890)
Inizialmente, Peugeot si affermò come un’azienda metallurgica, producendo strumenti per l’industria e per la vita quotidiana, come lame per seghe e macinacaffè. Il passaggio alla produzione di biciclette avvenne nel 1882, con il modello “Grand Bi”. Questi primi passi nell’ingegneria dei veicoli su ruote la portarono a esplorare il nascente mondo dell’automobile.
Le prime automobili (1890-1918)
La prima auto Peugeot fu una vettura a tre ruote con un motore a vapore, costruita nel 1889 in collaborazione con Léon Serpollet. Tuttavia, il primo veicolo a quattro ruote con un motore a combustione interna fu la Type 2, realizzata nel 1890, alimentata da un motore Daimler. Negli anni successivi, Peugeot sviluppò vari modelli come la Type 3, una delle prime automobili prodotte in serie in Francia e modello importantissimo per la storia dell’automobilismo italiano. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che l’esemplare con numero di telaio 25 fu di fatto la prima automobile in assoluto a circolare in Italia. Acquistata il 2 gennaio 1893 dall’imprenditore Gaetano Rossi di Piovene Rocchette (Vicenza) è tuttora esistente ed esposta presso il Museo dell’Automobile di Torino.
Fino al 1896 l’attività di costruzione automobilistica rimase un piccolo reparto delle grandi officine Peugeot Frères, fortemente voluto da Armand Peugeot, allora amministratore dell’azienda insieme al cugino Eugène, e appena tollerato dagli altri membri della famiglia che non ne gradivano i magri introiti e l’incerto futuro. A complicare le cose fu una disputa di natura “economico-patriottica” tra Armand e Gottlieb Daimler, l’industriale tedesco fornitore dei motori. Daimler negò il permesso di commerciare automobili Peugeot con il suo motore in Alsazia, territorio da sempre conteso tra francesi e tedeschi, proponendo ad Armand una deroga solo se le automobili fossero state costruite nell’Impero tedesco. Sentendosi offeso come francese, quest’ultimo decise di rinunciare ai motori Daimler e di costruirli in proprio, affidandone la progettazione all’ingegnere Gratien Michaux. Dato il prevedibile malumore che avrebbe provocato in famiglia con la richiesta di ampliare il settore automobilistico, allo scopo di costruire in proprio i motori, Armand si risolse a fondare un’azienda autonoma. Nacque così, nel 1897, la Société Anonyme des Automobiles Peugeot ad Audincourt, una cittadina poco distante da Sochaux, mentre Eugène proseguì nella produzione di biciclette, macchine per cucire e utensili.
Nel 1905 i figli di Eugène cominciarono a guardare con più fiducia alle possibilità offerte dall’industria automobilistica e si accordarono con Armand per poter produrre essi stessi automobili nella loro azienda con il marchio Lion-Peugeot. Mentre tale marchio era più orientato verso autovetture più economiche, Armand Peugeot stava indirizzando la produzione verso vetture di prestigio.
In seguito alla morte di Eugène Peugeot, avvenuta nel 1907, Armand si adoperò per riunire le due aziende, cosa che avvenne nel 1910 con la fusione di entrambe sotto la nuova ragione sociale Société Anonyme des Automobiles et Cycles Peugeot.
Durante la Belle Époque, Peugeot si affermò come un marchio pionieristico, grazie a modelli come la Type 12 e la Type 15, che aumentarono la reputazione dell’azienda nel settore automobilistico.
L’Espansione e le guerre mondiali (1918-1945)
Nel periodo tra le due guerre, Peugeot continuò a innovare. Negli anni ’20, modelli come la 201 introdussero il concetto di numerazione con uno zero centrale, un marchio distintivo e registrato in vigore ancora oggi. La 201 fu particolarmente significativa perché fu la prima vettura a essere dotata di sospensioni anteriori indipendenti.
Negli anni ’30 vennero lanciate la 402, con un design aerodinamico influenzato dall’Art Déco, e la 202, un modello più piccolo e accessibile che divenne molto popolare. Durante la seconda guerra mondiale, la produzione automobilistica rallentò, ma l’azienda continuò a produrre veicoli per l’uso militare e mezzi leggeri.
Il dopoguerra e il boom economico (1945-1975)
Dopo la guerra, Peugeot riprese la produzione con modelli di successo come la 203 (1948), una delle prime auto europee a essere costruite con una carrozzeria monoscocca, e la 403 (1955), famosa anche per la sua apparizione in versione cabriolet nella serie televisiva “Colombo”. La 403 fu anche la prima auto francese a essere prodotta in oltre un milione di esemplari.
Negli anni ’60 e ’70, anche avvalendosi della prestigiosa collaborazione di Pininfarina, Peugeot presentò altri modelli iconici, tra cui la 404 (1960) e la 504 (1968), berline di fascia medio-alta rimaste famose per la loro robustezza e durata e prodotte in varie versioni, incluse coupé e cabriolet. La 504, in particolare, rimase in produzione per oltre tre decenni.
Innovazione e espansione globale (1975-presente)
Gli anni ’80 videro l’introduzione di un altro modello leggendario, la 205 (1983), che non solo riscosse un enorme successo commerciale, ma divenne anche una leggenda nei rally grazie alla versione T16. La 205 è considerata una delle auto più iconiche di Peugeot e ha consolidato il marchio nel mercato delle auto compatte.
Negli anni ’90, Peugeot continuò a innovare con modelli come la 306 e la 406, quest’ultima celebre per le sue varianti sportive e il suo ruolo nel film “Taxxi” del 1998.
Nel nuovo millennio, l’evoluzione è proseguita con un focus sempre maggiore su efficienza, design e sostenibilità. Modelli come 206, 307, RCZ e, più recentemente, 3008 hanno rappresentato le pietre miliari della nuova era del marchio. La 3008, in particolare, è stata apprezzata per il suo design innovativo e ha vinto il premio “European Car of the Year” nel 2017.
La transizione verso l’elettrico e l’innovazione continua
Oggi, Peugeot è impegnata nella transizione verso la mobilità sostenibile, con l’introduzione di veicoli elettrici e ibridi. L’azienda continua a innovare nel design e nella tecnologia, mantenendo il suo impegno per la qualità e l’eccellenza.
La storia di Peugeot è caratterizzata quindi da una costante evoluzione e innovazione, dall’era industriale alla moderna produzione automobilistica. Con una tradizione di oltre due secoli, Peugeot ha saputo reinventarsi mantenendo la propria identità, diventando uno dei marchi automobilistici più rispettati e riconosciuti a livello mondiale.
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Storia del logo Peugeot
Il leone simbolo dell’impresa, utilizzato a partire dal 1847 ma depositato come marchio solo nel 1858, simboleggia le tre qualità delle lame Peugeot, decantate dalla Casa produttrice stessa: “Velocità di taglio, durezza dei denti e flessibilità della lama”.
Bisognerà aspettare il 1948 e la 203 per veder scomparire la freccia che fino ad allora era stata ai piedi del leone. Contrariamente a quanto si crede, originariamente il leone Peugeot non ha alcun legame né con quello che orna il blasone delle Franca Contea (benché la forma araldica del 1948 lo ricordi), né con quello della città di Sochaux e nemmeno con il Leone di Belfort scolpito da Bartholdi, anche se vi è stato un periodo in cui il Leone dello stemma assunse una posizione che ricordò da vicino la celebre scultura. Il marchio subirà diverse modifiche prima di arrivare alla versione attuale.