Chi non ricorda la 205 Turbo 16? Spinta da un motore turbo da 1.8 litri montato centralmente abbinato alla trazione integrale, in versione stradale eroga 200 cavalli, che diventano oltre 550 nella più spinta delle configurazioni corsa. Parliamo dell’auto che, per capirci, è stata l’ultima a vincere un campionato mondiale rally Gruppo B. Un’autentica, rara e costosa icona del collezionismo a quattro ruote. Per gli appassionati degli anni 80 e dell’epoca d’oro delle corse “analogiche” la 205 Turbo 16, che spegne 40 candeline giusto quest’anno, è il sogno proibito. Ed era irraggiungibile anche da nuova: per le prestazioni, che richiedevano un “manico” fuori dal comune; per il prezzo, all’epoca superiore ai 50 milioni di lire (due volte e mezzo una normale GTI) e per la tiratura limitata, appena 200 esemplari.

Alternativa a buon mercato
A creare un ponte tra sogni e realtà all’epoca ci pensa Dimma, azienda belga specializzata in elaborazioni. Nel 1985 Patrick Malherbe e Baudouin Michel, i fondatori della società (Distribution Importation Michel Malherbe Associés), sviluppano un kit realizzato in poliestere che include parafanghi allargati, spoiler anteriori e posteriori e altri particolari sportivi, ispirati all’imbattibile T16, da applicare alle Peugeot 205 di serie a motore anteriore, per le quali vengono previsti anche diversi step di elaborazione meccanica che includono persino il trapianto di altri propulsori, dal 2 litri della Peugeot 405 MI 16 fino ad un mostruoso Cosworth da 360 CV abbinato alla trazione integrale.

Un lavoro di qualità, realizzato con una cura e un’attenzione parecchio superiori alla media dei tanti artigiani del “tuning” di moda all’epoca. Oltre alla carrozzeria, Dimma lavora infatti anche sulla preparazione dei motori, sul telaio, sullo sterzo, sull’impianto frenante, sugli allestimenti interni. Il quadro si completa quando, nel 1986, Terry Pankhurst assume il ruolo di rappresentante per il Regno Unito di Dimma Design, creando il distaccamento Dimma UK con sede a Runcorn, nel Cheshire, dove realizza anche una speciale produzione di cerchi in lega da 16 pollici scomponibili in 3 pezzi, il cui design iconico oggi è uno dei fiori all’occhiello delle 205 elaborate Dimma.

All’epoca Pankhurst vanta una lunga esperienza nella costruzione di auto da corsa, da rally e stradali ad alte prestazioni, ed è anche un esperto pilota e istruttore di rally. Nel giro di pochi mesi crea una rete di 12 concessionari Peugeot in tutta la Gran Bretagna, che complessivamente vendono oltre 250 esemplari di Peugeot 205 Dimma, allestite su auto nuove di zecca; sono le vetture oggi più preziose, molte delle quali potenziate con conversioni Turbo Technics o motori 16 valvole, considerate realizzazioni “di fabbrica” e identificate da una speciale targhetta che le distingue dai kit applicati post vendita. Su richiesta e in collaborazione con altre aziende come Carat Duchatelet, i clienti Dimma hanno la possibilità di richiedere persino finiture interne in radica di noce o rivestimenti in pelle integrale che includono pure il cruscotto.

Peugeot cede l’ufficialità
Le 205 Dimma fanno parlare parecchio la stampa e gli appassionati, al punto che Jean Todt, allora direttore di Peugeot Sport, ne nota l’eccezionale fattura: non si tratta solo di personalizzazioni estetiche per chi vuole sentirsi un piccolo Ari Vatanen, ma di vere elaborazioni a tutto tondo, per di più non ispirate ad esotiche supercar ma alla versione più nobile dello stesso modello. Todt fa allestire un kit Dimma su una delle sue 205 aziendali, e ne rimane talmente impressionato da farlo omologare ufficialmente e da avallarne la promozione attraverso la rete ufficiale della Casa, a partire dal 1989.

Non solo: grazie alla meticolosa qualità delle realizzazioni, Dimma diventa un partner ufficiale di Peugeot Sport, che gli affida la produzione dei body kit esterni e interni per la leggendaria 306 Maxi e per la 206 Super 1600. Un’operazione che conferisce ulteriore prestigio al marchio Dimma nel mondo delle elaborazioni automobilistiche, motivo per cui le sue 205, piccole grandi auto da sogno del loro tempo, continuano a catturare l’immaginazione degli appassionati di auto di oggi che, grazie al particolare “travestimento” da Turbo 16, le cercano e le pagano ben più di una classica GTI, soprattutto se totalmente autentiche ed allestite direttamente in fabbrica.

Piccolo sogno ancora realizzabile
Molte delle oltre 1700 Dimma originali (circa 1500 berlina e 200 cabriolet, di cui 252 allestite in fabbrica) circolano ancora oggi, diventando sempre più ricercate e preziose. Realizzato in poliestere, il kit Dimma per la 205 è disponibile ancora oggi sul sito web di Dimma Design, ed include, per la versione a tre porte, dieci componenti tra cui parafanghi anteriori e posteriori allargati, spoiler anteriore e posteriore, minigonne laterali, una profilatura per il portellone posteriore e uno spoiler non troppo imgombrante; negli anni 80 ne esisteva anche una versione di dimensioni maggiori. Ogni esemplare viene dotato di una piccola targhetta numerata, i cui riferimenti sono archiviati dall’officina. Un buon modo per proteggersi dalle copie, che abbondano nel tentativo di cavalcare il successo dei kit made in UK. Una speranza vana: le conversioni Dimma sfoggiano oggi come allora un certosino lavoro artigianale, pensato per impreziosire e migliorare l’auto originale non solo nell’aspetto, ma anche nelle prestazioni e nella maneggevolezza, accontentando i clienti che vogliono distinguersi nei parcheggi come al semaforo.