Al contrario della precedente Peugeot 204 e delle sue discendenti 206, 207 e 208, la piccola Peugeot di grande successo per antonomasia, la 205, non ha mai avuto una versione station wagon. Eppure ne sono esistite ben due varianti.

Pininfarina ci prova

Al Salone di Torino del 1984 infatti, pochi mesi dopo il lancio, Pininfarina presenta la Verve, una proposta pensata per rimpiazzare la Peugeot 204 Break: una proposta di stile dal carattere deciso, come ci si aspetta dal carrozziere torinese, caratterizzata dall’effetto scenico di un originalissimo tetto “galleggiante”, ottenuto grazie ai montanti posteriori neri che fanno sembrare la porzione finale del tetto una sorta di mensola ad aggetto che termina su un portellone sorprendentemente ampio. Tutte e quattro le portiere, per contenere i costi di industrializzazione, sono riprese dalla Peugeot 205 5 porte, mentre a rendere il tutto ancora più accattivante contribuisce la scelta dei grintosi cerchi in lega della sportiva GTI.

L’idea è interessante, la linea è equilibrata e funzionale, la Peugeot 205 spopola, dando l’idea che il pubblico ne avrebbe apprezzato qualsiasi variante, ma sorprendentemente Peugeot all’epoca non ne delibera la produzione. In realtà un motivo c’è, ed è la volontà di evitare conflitti con la nuova Peugeot 309, prossima al debutto, che di fatto è già una 205 in versione più spaziosa e dalla vocazione maggiormente familiare. Da allora il prototipo della Verve, probabilmente distrutto, non si è più visto; di essa sopravvivono pochissime immagini, ma l’idea di una 205 familiare è rimasto nell’aria a stimolare la fantasia ancora a lungo.

La variante belga

Tre anni dopo infatti, in Belgio, il carrozziere Jean Pirard e il designer Benoît Contreau decidono di tentare la produzione artigianale in proprio di una piccola station wagon, realizzata trasformando le Peugeot 205 berlina acquistate nuove, alle quali essi rimuovono il portellone e applicano un’estensione in vetroresina dal design piuttosto tormentato e dalla realizzazione complessa, con una vetratura avvolgente, che si rivelerà una delle cause principali del fallimento del progetto.

Al di là delle previsioni ottimistiche, la Peugeot 205 Break Nepala, questo il nome, viene realizzata in appena due esemplari, più lunghi della 5 porte di ben 30 cm: il primo, utilizzato come maquette e poi come prototipo marciante, viene smantellato, mentre il secondo è ancora esistente e funzionante: resta di proprietà di Jean Pirard fino alla sua morte, dopodiché viene fortunosamente recuperato dal presidente del club dedicato alle Peugeot 205 e 309 di Tricht, nei Paesi Bassi, a cui appartiene tuttora.

E quindi, se qualcuno dovesse mettere in dubbio l’esistenza di una fantomatica versione Break della Peugeot 205, sappiate che non ne è esistita una sola, ma ben due!