Nel 1969, Peugeot presentò al mercato italiano la sua nuova ammiraglia: la 504. Non era soltanto un’auto: era un’affermazione di stile, tecnologia e raffinatezza. Ma ciò che colpì immediatamente l’immaginario collettivo furono i suoi fari anteriori, dalla forma affusolata e lievemente inclinata verso l’alto. Bastò poco perché qualcuno li paragonasse a due occhi celebri e magnetici: quelli di Sophia Loren.
Non fu un’operazione di marketing studiata a tavolino, bensì un’associazione spontanea che si diffuse nella stampa e tra gli appassionati, rendendo il paragone quasi mitico. Del resto, nel pieno del suo splendore cinematografico, Sophia Loren rappresentava in quegli anni l’archetipo della bellezza italiana: intensa, sensuale, ma anche elegante e sofisticata. Proprio come la 504 voleva apparire ai suoi clienti.
Il design firmato Pininfarina
A rendere possibile questo paragone fu soprattutto il lavoro del celebre studio Pininfarina, che curò il design della 504 in collaborazione con il centro stile Peugeot. Le linee tese ma armoniose della carrozzeria, unite a quei fari “a occhio di gatta”, conferirono all’auto un volto quasi umano. Quei proiettori, incastonati come gioielli nel frontale, avevano qualcosa di ipnotico: uno sguardo profondo, vagamente malinconico, ma sicuro di sé. Proprio come quello dell’attrice italiana, che nel 1969 era già un’icona internazionale.
Un’icona senza tempo
La 504, oltre che bella, era anche robusta e tecnologicamente avanzata per l’epoca. Vinse il titolo di Auto dell’Anno nel 1969, venne apprezzata sia in Europa che nei mercati africani e sudamericani, dove si affermò come un’auto instancabile. Ma l’immagine dei suoi fari, associati a Sophia Loren, contribuì a renderla qualcosa di più di un semplice veicolo: una figura familiare, carismatica e affascinante.
Quando il design parla italiano (anche se francese)
È interessante notare come, grazie al tocco di Pininfarina e al paragone con una diva italiana, una Peugeot sia riuscita a incarnare così bene l’eleganza mediterranea. In un’epoca in cui le auto venivano spesso identificate con valori maschili come potenza e velocità, la 504 portava con sé una nuova idea di femminilità applicata al design automobilistico: forte ma raffinata, moderna ma sensuale.
Ancora oggi, guardando una 504 ben conservata o restaurata, non è difficile ritrovare in quegli occhi di vetro l’allusione a Sophia Loren. È la prova che il design automobilistico, quando ben riuscito, può parlare lo stesso linguaggio del cinema e dell’arte: un linguaggio fatto di emozioni, fascino e riconoscibilità. E che una bella macchina, proprio come una diva, può restare immortale.
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