Siamo nel 1913 quando al Salone dell’Automobile di Parigi Peugeot presenta un nuovo modello che otterrà un grande successo popolare: la Type BP1 (Bugatti-Peugeot 1) nominata “Bébé” a causa delle dimensioni molto ridotte, in analogia con una sua antenata, la Type 69 del 1904, che per prima era stata battezzata con questo soprannome.

Questa nuova vettura posiziona Peugeot nel segmento delle cyclecars: è infatti una torpedo a 2 posti, con un peso a pieno carico di 350 kg, molto corta e relativamente larga, il che le conferisce un senso di vettura importante, ma in miniatura. Il suo motore è un monoblocco a 4 cilindri in linea, con valvole laterali di 855 cc, che le consente una velocità massima di 60 km/h

Il progetto viene proposto a Peugeot da Ettore Bugatti, il quale se l’era visto a sua volte presentare da un suo progettista, Ernest Friedrich. Bugatti però non dispone delle risorse necessarie per la produzione in grande serie; inoltre una vettura “basica” non risulta compatibile con l’immagine del suo marchio sportivo e di élite. Per cui, pur riconoscendo la validità del progetto, si vede costretto a cercare una realtà industriale che sia disposta a realizzarlo. Senza esitazione Robert Peugeot, l’allora patron della Casa, sottoscrive un contratto commerciale con Bugatti il 10 agosto 1911.

Le Bébé saranno costruite nello stabilimento di Beaulieu, riconoscendo a Bugatti una commissione a scalare da 150 a 80 Franchi Francesi a vettura. Una clausola lo autorizza a fabbricare a sua volta la vettura ma a condizione di non venderla ad un prezzo inferiore a quella con il marchio del Leone, in modo da evitare una concorrenza inutile. Alla prova dei fatti, però, Bugatti non sfrutterà mai tale possibilità. Peugeot inizia la produzione nel 1913, ma già l’anno successivo la vetturetta viene dotata di un nuovo cambio a 3 velocità. Durante il periodo di commercializzazione la Francia entra in guerra (1914) e Peugeot perde il suo fondatore, Armand (all’inizio del 1915). L’assemblaggio della vetturetta prosegue, anche se rallentato, fino alla fine del 1916, totalizzando ben 3.085 esemplari prodotti, dei quali 94 giunti in Italia attraverso l’importatore Cesare Picena di Torino.